trio
Un outdoor speciale, con coppia
di single80fe
24.08.2018 |
7.565 |
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"Vedo il cazzo di lui entrare nella figa, senza sforzo..."
Cari 25 lettori, ci sto prendendo gusto a raccontarvi storie reali: questa proviene da un passato dove avrei voluto essere più esperto, ed è una cosa che vorrei ripetere.Sono passati diversi anni, e ancora ricordo il grande piacere di quel pomeriggio di luglio.
Ancora i siti di scambio non erano così frequentati e ci si rivolgeva alle chat, in modo ancora più avventuroso. Nello specifico, quel giorno, parlai con un lui di coppia, che mi invitò ad andarli ad ammirare in pineta, in un luogo isolato.
Forse fu incoscienza a spingermi ad accettare, o la grande voglia di trasgredire che porta l’estate. Fatto sta che presi l’auto e andai all’avventura.
Arrivato in pineta, guidato dagli sms, tra sterpaglie e rovi, dopo un po’ avevo il timore di aver ricevuto un bidone. Non li trovavo, e temevo di avere perso un pomeriggio.
Invece, dopo qualche minuto di ulteriore ricerca, arrivo in uno spiazzo, una sorta di radura dentro la pineta isolata e li vedo.
L’accordo era che li avrei dovuto solamente guardare, e, se lo spettacolo fosse stato di mio gradimento, avrei potuto toccarmi davanti a loro, magari tenendomi un poco in distanza.
Lo spettacolo che avevo davanti era notevole. Già nudi, con un plaid steso a terra, stavano iniziando a baciarsi.
Per chi guarda è sempre un momento molto delicato: nonostante io sia un porco, non rinnego la mia natura di persona a modo e riservata, e non voglio invadere una riservatezza, se non esplicitamente coinvolto. Mi metto in disparte, facendo comunque notare il mio arrivo.
Lei non mi guarda, si rivolge a lui, gli sussurra qualcosa all’orecchio, tenendo sempre il volto lontano dal mio sguardo.
L’adrenalina è fortissima, la sento in tutto il corpo. Lei è una splendida donna, circa quarant’anni, rossa di capelli. Noto il seno ben disegnato, la curva dei suoi fianchi, le mani smaltate di rosso.
Davanti alla mia presenza, però, non si fermano. Lei inizia a masturbarlo piano, sono mezzi abbracciati a baciarsi e parlottare, in un brusio che non riesco a distinguere. Il cazzo di lui inizia a gonfiarsi, preso dalla bella mano di lei, che lo masturba in modo molto profondo. Gli tocca i testicoli, lo avvolge, e lui allunga la mano per sfiorarle le labbra di uno figa completamente depilata, liscia.
La saliva mi invade la bocca, il calore al centro del mio corpo. Sento l’uccello che inizia a gonfiarsi, davanti al loro spettacolo, messo in scena, ora lo so, esclusivamente per me (e per il loro piacere nel farsi guardare da un estraneo).
Lei si riga, si mette a quattro zampe, dandomi il fianco. Lui è seduto a terra, quasi completamente eretto.
Vedo che mi guarda, con la coda dell’occhio. Non ci siamo scambiati una parola.
Poi guarda lui e inizia a leccarlo, con voglia. Prende la cappella tra le labbra, lo succhia, mentre muove la mano ritmica, non lenta, nè veloce. Profonda.
Ad ogni movimento lo prende in bocca un poco di più, ogni tanto gira gli occhi verso di me, all’altezza dei pantaloncini. Sono gonfi, ormai, non posso più tenerli. Li sfilo, sfilo i boxer elesticizzati neri, e il mio cazzo completamente eretto fa capolino nella pineta.
Sorride, lei, mentre prende in bocca il marito, completamente, facendolo poi uscire cosparso di saliva.
La guardo negli occhi, metto la mia saliva sulla mano, e inizio a masturbarbi, devo ammettere molto lentamente.
L’adrenalina di quella situazione mi aveva gonfiato il cazzo come rare volte, e sentivo già lo sperma invaderlo. A volte, in quelle situazioni trattenersi è molto difficile, lo sapete.
Mi masturbo lento, scopro e copro la cappella inumidita dalla mia saliva, mentre la guardo leccare il marito, con arte, voglia, e soprattutto, lo capisco dai sui sguardi, anche a mio beneficio. Vorrei da morire la sua lingua addosso, ma temo mi lasceranno a guardare finché non vengo davanti a loro.
Mentre continuo a masturbarmi, lui la prende, la fa sdraiare a terra, e inizia a leccarla. Deve essere bravo, io continuo a guardarli di lato, eccitato, lei inizia a gemere, tiene la testa del marito schiacciata tra le cosce, si sente protagonista di un porno.
L’aria di luglio è elettrica: siamo all’aperto, potrebbe passare chiunque. Una coppia che gioca e un uomo che li guarda, in piedi, ormai ad un metro da loro. Lui si rialza appena e mi fa un gesto con la mano: capisco. Posso avvicinarmi. Lascio andare il cazzo che quasi sobbalza, non voglio godere da solo, voglio la sua bocca.
E’ dove mi porta il gesto della mano di lui, a mettermi di fianco alla bocca di lei. Lui continua a leccare e io avvicino il mio cazzo. Lei allunga la mano, mi afferra, mi trascina alla bocca e inizia a succhiarmi, letteralmente famelica. Uno sguardo tra le sue cosce, sulla lingua del marito che sta torturando la ciltoride
Devo fare appello a tutte le mie forze, per non godere. Labbra, lingua e mano mi stanno facendo impazzire: ho l’uccello fradicio della sua saliva, la sua mano percorre l’asta in alternanza alla sua bocca. E’ una donna pienamente consapevole, di sé, di come far godere un uomo. Mi sta leccando e succhiando come se volesse farmi godere subito, così, nella sua bocca. Eccitato dalle voglie della donna, vorrei quasi lasciarmi andare, ma le spingo l’uccello fino in gola e sento che gradisce.
Faccio cenno a lui, di rialzarsi. Voglio leccarla, e loro mi fanno accomodare. Con gli occhi rivolti in alto la vedo prendere in bocca il marito, con la stessa foga con cui stava prendendo me, e con l’amore riservato a lui. Mi eccito ancora e ancora, ma posso far riposare l’uccello mentre inizio a bere i suoi umori. E’ realmente fradicia, superbamente eccitata. Le percorre le lebbra, l’ingresso della vagina gonfia, la clitoride calda, dura, bollente. La succhio, la tengo tra le labbra per molti secondi, forte, poi la lascio andare. Geme, quasi un grido, togliendosi il cazzo dalla bocca e appoggiandolo sulla guancia, a beneficio del mio sguardo.
Il suo volto, prima timido al mio arrivo, è mutato: ora sa di essere la regina troia del terzetto, e può ottenere da noi quello che vuole.
Lui ansima, la vuole, prepotentemente. Mi fa cenno di fargli spazio, mentre mi giro a 69 sopra di lei.
Vedo il cazzo di lui entrare nella figa, senza sforzo. E’ più grosso del mio, meno lungo. Era la prima volta che vedevo un uccello penetrare una donna da così vicino. Allungo la lingua, le lecco la clitoride mentre lui la scopa, con forza, il piacere sta dilagando tra noi tre mentre spingo il bacino per farle scivolare l’uccello fino alla gola: voglio la sua bocca, voglio che si senta piena di noi.
Geme, accoglie il mio uccello in bocca, e il suo nella figa che sento fradicia sulla mia lingua che continua a leccare, in verticale, orizzontale, in cerchio, sulla clitoride gonfia.
Mi prende in cazzo in mano e mi sega velocissima, davanti alla sua bocca mentre io e lui continuiamo ad avvicinarla al primo orgasmo che arriva, così potente da buttare fuori l’uccello di lui dal suo corpo. E’ un vero e proprio grido che accompagna la mia lingua che non si ferma, rallenta solo, scivolando sulla sua figa completamente fradicia, con il sapore del cazzo di lui ancora ben presente.
Forse è in quel momento che ho capito appieno di essere il porco che sono.
Mi sdraio, a pancia e cazzo in su. Lei si avvicina e mette il preservativo. Ha un piglio decisamente energico e mentre il suo uomo sorride mi prende in mano e mi guida. Inizia a cavalcarmi, lenta, elegante, si china e mi bacia, sono sorpreso, eccitato, la sua figa liscia mi stritola il cazzo, sa come muoversi, come farmi godere.
Lui è dietro di lei, le dà due sculacciate, e poi fa scivolare il suo cazzo duro nel culo. Lo sento entrare, di fianco al mio, lei è un lago. La sento godere ancora, sulle orecchie, sul cazzo duro dentro di lei. Ci alterniamo, uno in figa, uno nel culo mentre lei brucia sopra di me e lui continua, ogni tanto, a sculacciarla e a chiamarla troia.
Sono eccitato come raramente, non resisterò a lungo. Sapevo che sarebbe stato un incontro fugace, pensavo sarei venuto nella mia mano e invece ho l’uccello sprofondato nella figa di una donna splendida. Le prendo i capezzoli in bocca, mentre gode, e lei si afferra al mio corpo per limitare i tremori che la invadono.
Siamo eccitati, da morire, tutti e tre.
Io e lui ci mettiamo in piedi. Lei inginocchiata tra noi. Ci guarda, con i nostri cazzi in mano, duri, bagnati. Ci masturba, prende in bocca lui, guardando me, prende in bocca me, guardando lui. Inizia a fare caldissimo, il mio cazzo trema tanto è pieno, lei succhia, lecca, massaggia, la regina vuole essere saziata. Ci sta concentrando su di lui, ora, la sento succhiare, la guardo, mi tiene il cazzo senza masturbarlo, lo regge e basta, stringe l’asta nella mano mentre pompa il suo uomo per farlo schizzare. Lui quasi muggisce mentre le scarica tutta la sua voglia in bocca. Vedo il cazzo pulsare, la gola riempirsi. Non scende una goccia di sperma. Lo tiene in bocca finché non inizia ad ammosciarsi. Ha bevuto tutto.
- Ora tocca a te. - Mi dice, fissandomi - Guarda - rivolta al marito. Le prime e uniche parole dell’incontro.
Inizia a leccarmi, succhiarmi, gemo, quasi mi tremano le gambe. Si mette una mano tra le cosce e si masturba, mentre il marito guarda lo spettacolo, sdraiato, e sorride.
Manca poco, pochissimo, cerco balbettando di avvisarla e lei in tutta risposta mi sega veloce, picchiettando furiosa la lingua sul frenulo. Basta questo: grido e il primo fiotto le entra in bocca, ma i successivi le vanno sul viso e sul seno. Schizzo come poche volte, ero eccitato da giorni. E’ sporca del mio sperma e beve, esibendolo, quello che le ho dato in bocca.
Sono svuotato, soddisfatto. So di non dover parlare, di non dover rompere l’incantesimo. Si accoccolano tra loro, parlottando. E’ il mio segnale di uscita. A borsa e cazzo svuotati mi rivesto, faccio un cenno verso di loro, mi salutano e torno all’auto.
Un’ora dopo sarei arrivato ad una cena di amici, mi chiedono come mai ho le gambe graffiate. Sorrido: - Ho fatto una passeggiata in pineta. - E ho ancora l’odore della figa di lei sulla barba.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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